Sabato 24 settembre, in una mattinata piovosa, e al contempo bagnata dalle lacrime del dolore e del ricordo ma illuminata come non mai da serenità d’animo e sentimenti di solidarietà e condivisione, il nostro Club ha portato finalmente a compimento un lungo, pluriennale, percorso, nato da una felice intuizione e realizzato con il contributo di molti nostri soci, in vari ruoli e vesti, fornendo in tal modo una espressione plastica del più autentico spirito rotariano: la realizzazione di un monumento dedicato alle vittime del Covid.

L’idea era infatti sorta nella primavera del 2020 durante la prima ondata (quando non si immaginava nemmeno che ne avremmo dovuto affrontare altre, ancora più devastanti) al nostro allora Presidente, Francesco De Cataldo, ispiratore di innumerevoli progetti e service.

È quindi giusto, rectius doveroso, lasciare spazio alle sue parole: “Era il periodo più triste e drammatico della pandemia: la gente stava chiusa in casa segregata e impedita ad uscire e la tv quotidianamente dava notizie di morti; il covid imperversava lasciandoci tutti sgomenti, non abituati a questa triste quanto crudele realtà. 

La mattina avevo la possibilità di muovermi e di andare al lavoro in azienda: la mia ditta preparava il materiale atto alla fabbricazione delle mascherine chirurgiche ed avevamo il permesso di poter uscire per andare al lavoro, e così tutte le mattine passavo davanti al cimitero di Vigevano; tutte le mattine vedevo che il numero dei necrologi aumentava in maniera impressionante. Per lo più anziani, nonni e persone deboli. E pensavo al fatto che molti sono morti abbandonati a sé stessi, senza il conforto di nessuno, una fine tristissima.

Nemmeno un funerale…solo un forno crematoio per bruciarli.

In quei giorni ho maturato l’idea, o meglio la necessità di fare qualche cosa per ricordare questi sventurati; ed è in quei giorni che mi venuta in mente di portare avanti un monumento per ricordare queste povere creature che ci hanno abbandonato in maniera così cruenta. Una specie di suffragio e di contributo al loro ricordo.

Era il 2020, l’anno del mio secondo mandato di Presidente del Rotary Mede Vigevano; ora il progetto è concretezza, è stato realizzato; e nelle tante cose belle fatte per aiutare il prossimo questa è ai primi posti.

Oggi se penso a questo momento con la mente torno a quei maledetti giorni della primavera del 2020, impossibile non collegarmi a quel periodo, e vedere ora questa testimonianza di ricordo per quei morti mi rende orgoglioso di averci pensato.

Ovviamente ringrazio tutti coloro che dopo di me hanno portato avanti il mio progetto e la mia idea…ci hanno creduto anche loro.

Luigi Ottobrini, Salvatore Poleo e Massimo Villa i presidenti successivi; ringrazio Fabio Mastrapasqua perché ha saputo dedicarsi a tutto quanto serviva la parte tecnica e burocratica, con grande professionalità; ringrazio l’artista Monique Guichard che ha ideato il monumento che la commissione ha poi scelto fra tanti altri. E ringrazio Rino Satollini che mi ha assecondato ed aiutato in tutto e per tutto per portare avanti questo progetto.

Poi ovviamente tutto il club che in queste iniziative si prodiga per raggiungere l’obbiettivo.

Lasciamo un ricordo importante; soprattutto un luogo dove poter pregare e ricordare chi non c’è più…”.

Nelle parole di Franco si fa riferimento a chi ha dato, come detto, un contributo alla buona riuscita del progetto; ovviamente in primo piano dobbiamo porre l’artista che ha realizzato questa opera, particolarmente simbolica anche per il messaggio che sottende e che vuole trasmettere. Così come, meglio di chiunque altro, ce lo può spiegare la socia Monique Guichard: “La mia opera è un tributo verso il dolore e il grande rispetto per tutte le persone che ci hanno lasciato così improvvisamente, per ricordare ed esorcizzare uno sgomento globale così inaspettato.

Grazie a una collaborazione molto bene sincronizzata, un grande senso di responsabilità di tutta la nostra squadra sono riuscita a portare a termine questa mia opera a fine luglio 2022.

Ho ideato questo tipo di tecnica, in primo luogo perché siamo all’interno di un cimitero e non volevo travolgere l’ambiente usando altri tipi di materiale; inoltre, questi marmi, che hanno una resistenza straordinaria alle intemperie, mi davano un senso di duraturo nel tempo: il mio e nostro progetto voleva trasmettere un messaggio per le future generazioni, affinchè non dimentichino che nel nostro pianeta la natura è sempre sovrana; infine, ho voluto usare degli specchi per raffigurare le anime delle persone scomparse che con la loro luce illumineranno per sempre il loro ricordo”.

Ma prima dell’intervento dell’artista è stato necessario affrontare molti e gravosi aspetti tecnici e burocratici (che hanno dilatato più del preventivato l’attesa per la definitiva realizzazione dell’opera), e in tutto ciò ha fornito il suo prezioso contributo professionale, il nostro socio Fabio Mastrapasqua, che così sintetizza il suo prolungato impegno: “Il mio ruolo è stato quello di progettista e direttore lavori architettonico: ho tenuto rapporti con l’amministrazione comunale (che nel corso del tempo ha sostituito i dirigenti di settore) e con la soprintendenza dei beni architettonici per l’ottenimento dei titoli autorizzativi necessari per la realizzazione dell’opera; l’iter burocratico è stato lungo e complesso, la prima documentazione analizzata dalla giunta comunale è stata una bozza di progetto che è stata subito accettata, successivamente ho redatto un progetto molto più particolareggiato che prevedeva anche la ricostruzione tridimensionale dell’area di intervento in cui si evidenziasse il monumento per valutarne il corretto inserimento nel contesto, l’operazione di ricostruzione dell’area di intervento e del contorno essendo molto complessa a livello grafico è durata circa 20 giorni lavorativi; successivamente ottenuta l’autorizzazione monumentale e l’autorizzazione della giunta comunale sono iniziate le opere, partendo dai tracciamenti, passando al getto del calcestruzzo armato e finendo con le opere di decorazione si è conclusa l’opera”.

Inoltre, a latere, abbiamo dovuto risolvere una questione di diversa natura ma comunque rilevante; con la sua consueta pragmaticità e grande abilità ad agire, con estrema efficacia, lontano dai riflettori, ci ha pensato Paolo Satollini: “Quando il Comune di Vigevano identificò il sito in cui sarebbe sorto il monumento dedicato alle vittime del Covid, mi informarono che era necessario spostare un acero rosso, collocato nell’aiuola destinata al monumento.

Mi interessai sui tempi e sulle modalità dello spostamento da un giardiniere provetto e con l’autunno e con il cadere delle foglie provvedemmo al “trasloco”.

Mi sono affezionato a quell’acero, perché, seppure fosse solo una pianta, un vegetale, aveva bisogno di essere accudito e curato; per cui all’arrivo della primavera ebbi gioia nel vederlo germogliare e ributtare il fogliame.

A giorni alterni, andavo di mattino in cimitero per innaffiarlo, poi essendoci caldo e siccità il rituale diventò giornaliero: dai 40 ai 60 litri al giorno.

Fra i vari contributi alla realizzazione del monumento mi fa piacere citare questo particolare:

un piccolo particolare…ma poi, forse, non così tanto piccolo…”.

Massimo Villa, Presidente in carica, anch’egli doverosamente interpellato in ordine all’elaborata e importante iniziativa, ha inteso minimizzare i suoi meriti e il suo intervento: “Come Presidente dell’anno rotariano 2022-2023, a me è spettato percorrere “l’ultimo miglio”, organizzare gli ultimi lavori e predisporre le cose in modo tale che l’inaugurazione avvenisse nel modo che questo monumento si merita”.

Prima di riferire brevemente sull’inaugurazione, si devono necessariamente esprimere altri ringraziamenti.

Preziosissimo è stato il contributo del Consorzio Est Sesia, che, grazie all’intercessione dell’Ing. Andrea Girondini, ha offerto materiale e forza lavoro per la realizzazione della struttura in cemento armato; altrettanto non ci si può dimenticare della Ditta Zatti, che ha messo a disposizione i marmi, e i fratelli Casazza, che hanno aiutato Monique nella posa e nelle attività più faticose al fine di realizzare quanto fosse stato immaginato dall’estrosa artista. Infine, è doveroso citare il Comune di Vigevano e la Soprintendenza alle Belle Arti, per le autorizzazioni di rispettiva competenza emesse, nonché il Consorzio dei SS. Crispino e Crispiniano, per la concessione in uso (con contemporaneo trasferimento dell’acero) dell’aiuola antistante la Chiesa del Cimitero, ove è stato posato il monumento.

La cerimonia di sabato 24, condotta dalla Vice Presidente Maria Teresa Bocca seguendo la “scaletta” predisposta dall’Immediate Past President Salvatore Poleo (che è anche stato presidente della commissione Rotary-Comune che, nel 2020, ha scelto, tra i numerosi bozzetti pervenuti, l’opera da realizzarsi), e alla presenza di autorità religiose, civili, militari, è stata accompagnata da letture e brani musicali toccanti, particolarmente adatti all’evento e al luogo, e ha visto dapprima i saluti del Sindaco di Vigevano, Andrea Ceffa, e, successivamente, delle autorità rotariane: l’AG Gruppo Sforzesco, Virginio Tagliabue, non ha saputo frenare la sua commozione pensando al messaggio che questo service lancia e lancerà alle future generazioni, mentre l’Immediate PDG, Sergio Dulio, ha dichiarato che, avendo anche partecipato in veste di Governatore alla “posa della prima pietra” nel maggio 2022, ora che l’opera è conclusa ha apprezzato l’iniziativa come cittadino vigevanese, rimarcando anche che, come rotariano, ha potuto vedervi realizzato il vero spirito di servizio prettamente rotariano, con la manifestazione della capacità e della volontà di progettare e di lavorare insieme, per unico e comune obiettivo, che sia di esempio di tutti e per tutti.

Dopo la benedizione di Don Gianluca Zagarese, parroco della Madonna Pellegrina, il monumento è stato scoperto “a quattro mani” (Dulio, Guichard, De Cataldo, Villa) e lo “svelamento” è stato fatto seguire da un – suggestivo e altamente simbolico – volo di due colombe bianche.